“Cari figli, se voi sapeste quanto vi amo, piangereste dalla gioia”
Dal 24 giugno 1981 la Beata Vergine Maria fa le sue apparizioni sul Podbrdo, dando grazia alle persone che intraprendono il lungo viaggio, in pellegrinaggio, per arrivare sul luogo della sua prima apparizione.
Andare in pellegrinaggio a Medugorje significa rispondere ad un chiamata, fare duemila chilometri e non sentirli, vedere persone che non si conoscevano diventare di colpo amici, storie ed esperienze lontane ma simili che si incontrano. La prima volta si va a Medjugorje senza neanche sapere bene il perché, si sente solo un forte desiderio di visitare questo luogo. A Medjugorje si riscopre l’importanza della preghiera e della cura della propria anima, tutto quello che in una società frenetica e consumistica, che focalizza gli obiettivi in soldi e potere, viene dimenticato.
Come è la gente del posto, che conduce una vita normale, semplice e tranquilla. Non si avverte quella smania di arricchirsi tipica di noi occidentali, quanto una voglia di vivere dignitosamente e magari di migliorare la propria condizione di vita. Desiderio più che legittimo per gente che ha conosciuto bene la fame, la povertà e la guerra, reduce da quasi mezzo secolo di regime.
Quando ci si reca in questo luogo con il passare dei giorni si sente sempre più un forte desiderio di dedicarsi alla preghiera, al distacco dalle cose materiali e alla ricerca di Dio.
A Medjugorje ci si sente a casa, si ha la sensazione di essere al sicuro e protetto; si è a chilometri e chilometri di distanza dalla propria casa e dai propri cari, ma si ha la sensazione di esser giunto nella tua vera casa, dimenticandosi di tutto, dei problemi, delle preoccupazioni, ma anche delle cose che si amano perché qui è come essere nell’anticamera del Paradiso.
Ma a Medjugorje quello che più colpisce non sono i fenomeni del sole ma è la Pace che si sperimenta nel cuore, non è solo una sensazione, è una cosa che pervade, entra nell’anima, è una cosa che si sente che viene ma da qualcun Altro…
Quando si arriva a Medjugorje, dopo tanti chilometri macinati in una notte, già da lontano si notano i due campanili della nuova Chiesa che svettano nella piana circondata da monti non molto alti ma brulli e pietrosi. Oggi questa cittadina diventata il centro ed il focolare della vita sacramentale e di preghiera per milioni e milioni di pellegrini. La Gospa (la nostra Signora in lingua locale) invita al digiuno, alla confessione, alla penitenza e all’Eucaristia.
Attorno alla chiesa decine e decine di sacerdoti provenienti da tutto il mondo confessano tutti i fedeli che lo desiderano, molti si liberano della sofferenza e del dolore portato addosso; all’Adorazione, milioni di persone di diversa nazionalità pregano tutte insieme, ognuno nella propria lingua, le une accanto alle altre, con un tangibile senso di fratellanza, l’unica luce è quella che illumina il Santissimo: solo lui è la Luce.
Al Santuario si aggiungono altri due luoghi significativi: Monte Krizevac (Via Crucis, dove le stazioni vengono vissute con particolare partecipazione, fisica ed emotiva e dove meditare sulla vita, passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo) e Podbrodo (la collina delle apparizioni, arricchita di tavole di bronzo che raffigurano i vari misteri dove pregare il Santo Rosario).
Qui non mancano testimonianze di persone che hanno abbandonato i mali dei nostri tempi per ritrovare la pace dell’anima come la Comunità Cenacolo, dove una suora italiana, suor Elvira, salva attraverso il lavoro e le preghiere tante persone, giovani e non, stanchi, delusi, disperati e drogati.
E’ difficile per tutti lasciare Medjugorje, tornare nella propria realtà e cercare di continuare il cammino nato a Medjugorje, non è cosa facile, bisogna sempre impegnarsi a ricordare ciò che si è vissuto ed evitare le molte distrazioni che si ritrovano nella quotidianità, ma tutti tornano consapevoli che la benedizione di Maria, Regina della Pace, li accompagna.